Raccomando a tutti i credenti la lettura meditata in preghiera di questo testo.
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Autore: David Chilton, traduzione in italiano: Giorgio Modolo.
Introduzione
Questo è un libro sulla speranza. Per troppo tempo i cristiani sono stati caratterizzati da disperazione, sconfitta e ritirata. Per troppo tempo, i cristiani hanno dato ascolto a false dottrine che insegnano che siamo destinati al fallimento, che i cristiani non possono vincere, hanno dato ascolto alla nozione che, finché Gesù non ritorna, i cristiani cederanno continuamente terreno al nemico. Ci veniva detto che il futuro della chiesa doveva essere una costante scivolata nell’apostasia. Alcuni dei nostri leader ci hanno informati tristemente che stiamo vivendo in un “epoca Laodicea” della chiesa (un riferimento alla “tiepida” chiesa di Laodicea, descritta in Ap. 3:14-22). Ogni scoppio di una nuova guerra, ogni aumento delle statistiche sulla delinquenza, ogni nuova evidenza dello sgretolamento della famiglia, veniva spesso visto, stranamente, come un progresso, un passo in avanti verso l’atteso obbiettivo del collasso totale della civilizzazione, un segno che Gesù sarebbe potuto venire a soccorrerci in qualsiasi momento. Progetti d’impegno sociale erano guardati con scetticismo: si assumeva spesso che chiunque cercasse effettivamente di migliorare il mondo non potesse veramente aver creduto la Bibbia, perché la Bibbia insegnava che questi sforzi erano destinati ad essere futili; come sentenziò un famoso predicatore: “Non si lucidano gli ottoni in una nave che sta affondando”.
Quello slogan si basava su due assunti: primo, che il mondo non è nient’altro che una “nave che sta affondando”, secondo, che qualsiasi programma organizzato di ricostruzione cristiana non sarebbe stato altro che “lucidare ottoni”. L’evangelismo era un invito ad unirsi ai perdenti. Questo aveva radici in due problemi. Uno era un falso concetto della spiritualità. L’idea non biblica della “spiritualità” è che la persona veramente “spirituale” sia quella persona che è in un certo modo “non-fisica”, che non si immischia nelle cose “terrene”, che non lavora molto o pensa intensamente, e che spende la maggior parte del suo tempo meditando di quanto preferirebbe essere in cielo. Finché è sulla terra, però, ha un dovere principale nella sua vita: darsi da fare per Gesù. La persona “spirituale”, in questa prospettiva, è un buono a nulla. Un perdente. Ma almeno è un buon perdente. L’insegnamento della Bibbia è molto diverso. Quando la Bibbia usa il termine Spirituale sta generalmente parlando dello Spirito Santo (che è il motivo per cui uso la S maiuscola). Essere Spirituale è essere guidato e motivato dallo Spirito Santo. Significa obbedire i suoi comandi come sono registrati nelle Scritture. Lo Spirituale non è qualcuno che fluttua a mezz'aria e ode strane voci. Lo Spirituale è la persona che fa ciò che dice la Bibbia (Ro. 8:4-8). Questo significa, perciò, che dovremmo coinvolgerci nella vita. Dio vuole che applichiamo norme cristiane dappertutto, in ogni area. Spiritualità non significa ritirata e fuga dalla vita, significa dominio. La confessione di fede cristiana più basilare è che Gesù è il Signore (Ro. 10:9-10), Signore di tutte le cose in cielo e sulla terra. Poiché Signore, Egli deve essere glorificato in ogni area (Ro.11:36). Nei termini della Spiritualità cristiana, nei termini delle richieste di Dio per un agire cristiano in ogni area di vita, non c’è ragione per la ritirata.
Il secondo ostacolo all'azione è stato un’escatologia della sconfitta. La nostra escatologia è la nostra dottrina “delle ultime cose”, ciò che ci attendiamo dal futuro. E non c’è alcun dubbio circa le recenti aspettative di molti cristiani: abbiamo atteso il fallimento. Il mondo, come abbiamo notato in precedenza, è stato considerato una nave che affonda. Naturalmente, nessun cristiano crede in una sconfitta definitiva. Tutti i cristiani sanno che Dio sarà vittorioso sul diavolo alla fine della storia. Da giovane cristiano, ricordo i miei insegnanti biblici rendermi edotto che avevano dato “una sbirciata all'ultimo capitolo (della Bibbia), e i cristiani vincono!” ma questo è esattamente il punto che sto facendo. Secondo certe marche popolari d’escatologia, la vittoria ha luogo solo "nell'ultimo capitolo". Nel tempo, nella storia, sulla terra, i cristiani perdono. Il mondo sta diventando sempre peggio. L’anticristo sta arrivando. Il diavolo sta facendo funzionare il mondo, e sta diventando sempre più potente. La tua opera per Dio in questo mondo non avrà effetti duraturi, eccetto salvare alcuni individui dall'inferno. Ma è meglio che tu lo faccia presto, prima che colpisca la Tribolazione, in modo da sfuggire in tempo. Ironicamente, il messaggio non intenzionale di questo vangelo è: l’Anticristo è in arrivo! C’è qualcosa di terribilmente sbilenco in questa cosa. Ciò che sto dicendo è questo: L’escatologia della sconfitta è sbagliata.
Non è più biblica del suo gemello: il falso concetto di Spiritualità. Al posto di un messaggio di sconfitta, la bibbia ci da Speranza, in questo mondo come nel prossimo. La Bibbia ci da un'escatologia di dominio, un’escatologia di vittoria. Questo non è un cieco ottimismo che crede che "tutto si sistemerà in qualche modo". È una solida, confidente sicurezza basata sulla Bibbia che, prima della Seconda Venuta di Cristo, il vangelo sarà vittorioso nel mondo intero.
Per molti, questo sembrerà incredibile. Va contro l’intero spirito dell'era moderna; per anni, ai cristiani è stato insegnato di aspettarsi la sconfitta. Sicuramente, è una buona idea essere cauti con “nuove” dottrine. Ogni cosa deve essere controllata sulle Scritture. Una cosa da considerare, comunque, è che l’idea del dominio non è nuova. Di fatto, fino a tempi abbastanza recenti, la maggior parte dei cristiani sosteneva un’escatologia di dominio. La maggior parte dei cristiani lungo tutta la storia della chiesa ha considerato l’escatologia della sconfitta come una dottrina stravagante. La speranza della conquista mondiale per il cristianesimo è stata la fede tradizionale della chiesa attraverso i secoli. Questo fatto può essere facilmente dimostrato con compiutezza. Lo possiamo vedere nelle parole di Atanasio, il grande padre della chiesa del quarto secolo il cui classico: "Dell'Incarnazione del Verbo di Dio" rivela la sua poderosa escatologia del dominio. Egli riassume la propria tesi: Poiché il Salvatore venne ad abitare in mezzo a noi, non solo l’idolatria non aumenta più, ma sta diminuendo e gradualmente cesserà di esistere. Similmente, non solo la sapienza dei Greci non fa più alcun progresso, ma ciò che soleva essere sta scomparendo. E i demoni, lungi dal continuare a dominare le persone con i loro raggiri, e rivelazioni e stregonerie, sono sgominati dal segno della croce se appena ci provano. Dall'altro lato, mentre l’idolatria e qualsiasi altra cosa che contrasta la fede di Cristo sta giorno dopo giorno traballando e indebolendo e cadendo, l’insegnamento del Salvatore sta crescendo ovunque! Adorate, dunque, il Salvatore “Che è sopra tutti” e potente, Dio la Parola, e condannate quelli che sono sconfitti e fatti scomparire da Lui. Quando il sole si è levato, le tenebre non prevalgono più, se ce ne sono rimaste da qualsiasi parte vengono scacciate via. Così anche, ora che è avvenuta l’epifania divina della Parola di Dio, le tenebre degli idoli non prevalgono più, e tutte le parti del mondo in ogni direzione sono illuminate dal suo insegnamento.
Non si deve supporre che Atanasio fosse solamente un ottimista del pensiero positivo, in relax in un ambiente quieto e pacifico. Al contrario, egli è vissuto nel mezzo di una delle persecuzioni più severe che il mondo abbia mai visto, il tentativo di Diocleziano di obliterare definitivamente la fede cristiana. Più tardi, Atanasio dovette prendere posizione praticamente da solo per 40 anni a difesa della dottrina della Trinità contro rampante eresia, in cinque occasioni esiliato dal governo e a volte a rischio della sua vita. Di fatto, la sua storia fece nascere un proverbio: Athanasius contra mundum (Atanasio contro il mondo). Eppure, non perse mai di vista il fatto fondamentale della storia del mondo, che la parola era divenuta carne, conquistando il diavolo, redimendo l’umanità, inondando il mondo di una Luce che le tenebre non possono vincere. L’escatologia del dominio della chiesa plasmò radicalmente la storia della civiltà occidentale. Si pensi, per esempio, alle grandi cattedrali d’Europa, e le si paragonino agli edifici delle chiese di oggi. Queste vecchie cattedrali, magnifiche opere d’arte costruite nell'arco di decenni e a volte di generazioni, furono costruite per durare secoli, e ci sono riuscite. Ma le chiese evangeliche moderne sono generalmente costruite in modo da durare al massimo una generazione. Non ci aspettiamo di durare abbastanza a lungo da farne uso, e sicuramente non ci aspettiamo che i nostri pronipoti adorino in esse. Non ci aspettiamo neppure di avere pronipoti. Si può tranquillamente dire che il pensiero di discendenti che vivono tra cinquecento anni non è mai nemmeno entrato nella mente della maggior parte degli evangelici di oggi. Eppure, per molti cristiani delle generazioni precedenti, l’dea di generazioni future che beneficiassero delle loro fatiche non era per niente strana. Costruirono per i secoli.
Osserviamo un campo diverso: l’esplorazione. Non c’è uno storico su cento che conosca ciò che motivò Cristoforo Colombo a cercare una via occidentale per le Indie. Commercio? Sì, quello fu parte della ragione. Più di questo, però, furono le profezie non compiute. Prima di cominciare la sua spedizione, Colombo riempì i suoi diari con citazioni da Isaia ed altri scrittori della Bibbia, nelle quali egli descrisse minutamente le numerose profezie che il Grande Mandato di fare discepoli tutte le nazioni del mondo avrebbe avuto successo. Vedi ad esempio Isaia 2:2-5; 9:2-7; 11:1-10; 32:15-17; 40:4-11; 42:1-12; 49:1-26; 56:3-8; 60:1-22; 62:1-12; 65:1-25; 66:1-24. Egli pensò che se le Indie dovevano essere convertite, un percorso via mare sarebbe stato un modo più efficiente di portare loro il vangelo; ed egli diede il credito delle sue scoperte non all'uso della matematica o di carte geografiche, ma piuttosto allo Spirito Santo, che portava a compimento ciò che Isaia aveva predetto. Bisogna ricordare che l’America era stata scoperta molte volte, da altre culture; eppure la colonizzazione e lo sviluppo che ebbero successo avvennero solo nell'epoca delle esplorazioni cominciata da Colombo. Perché? Perché questi esploratori erano portatori del vangelo, e il loro obbiettivo era conquistare il mondo per il Regno di Dio. Fecero la traversata aspettandosi che il Nuovo Mondo sarebbe stato cristianizzato. Erano certi della vittoria, e assumevano che qualsiasi ostacolo avessero incontrato sarebbe stato posto lì col chiaro proposito che fosse superato. Essi sapevano che i cristiani sono destinati al dominio.
Si potrebbero moltiplicare gli esempi in ogni campo. L’intero sorgere della civiltà occidentale, scienza e tecnologia, medicina, le arti, il costituzionalismo, il sistema giuridico, libertà di produzione e commercio, l’istruzione, l’aumento di produttività, un crescente standard di vita, una più alta condizione di vita della donna, è attribuibile ad un fatto principale: l’occidente è stato trasformato dal cristianesimo. Vero che la trasformazione non è ancora completata. Davanti ci sono molte battaglie. Ma il punto è che, anche in ciò che è per gran parte una civiltà cristiana agli inizi, Dio ci ha inondati di benedizioni. Molti cristiani non se ne rendono conto, ma la Speranza è la base per molti dei grandi vecchi inni della fede, scritti prima dell'era moderna della disperazione e del pessimismo evangelico.
Pensaci la prossima volta che canti“Forte Rocca è il Nostro Dio” di Martin Lutero, o “Gesù regnerà dovunque passa il sole”1 di Isaac Watts , o “lottiam, lottiam col Cristo…” di George Duffield. Credi veramente che "Gesù ci sta ora conducendo in battaglia …finché ogni nemico è conquistato, e Cristo è realmente Signore"? Questo è ciò che la chiesa ha creduto nella storia. Questo è ciò che cantavano nei loro inni. Questo si puònotare più chiaramente negli inni tradizionali i quali, come le riflessioni di Atanasio sull’Incarnazione, sono un’incrollabile aspettativa del trionfo di Cristo sul mondo per mezzo del vangelo. Corali natalizi come “Come thou long expected Jesus”. “O come, o come, Emmanuel”, “Hark!the herald angels sing”, “God rest you merry, gentleman” e molti altri sono scritti dalla stessa prospettiva basilare di questo libro. Alla base del messaggio di “Joy to the World!” sta la convinzione che, come risultato della sua prima venuta, Cristo sta ora regnando dal cielo e conquistando la terra:
No more let sins and sorrows grow,
Nor thorns infest the ground;
He comes to make his blessing flow
Far as the curse is found.
He rules the world with truth and grace,
And makes the nations prove
The glories of his righteousness
And wanders of his love.
Peccati e tristezze non crescano più
Ne infestino la terra le spine
Egli viene a inondare di benedizioni
Dovunque si trovi la maledizione
Egli governa il mondo con verità e grazia
E fa sperimentare alle nazioni
Le glorie della sua giustizia
E le meraviglie del suo amore
Per l’ovvio motivo storico per cui l’Italia non ha mai visto una Riforma, nella nostra lingua è più difficile trovare inni con la stessa convinzione. Non manca comunque qualche "perla":
A te l’impero
il Padre diè
su l’orbe intero
per ogni età;
e l’alto tuo potere
noi celebriam, Gesù,
con le potenti schiere,
col popol tuo quaggiù.
Gloria, a te gloria
In cielo e in terra, sia a te la vittoria
O Emmanuel!
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