domenica 4 settembre 2016

Testimonianze non cristiane sulla storicità di Gesù (4) Gaio Svetonio

Gaio Svetonio Tranquillo (70-126)
Il presente elenco si prefigge di raccogliere tutte le testimonianze storiche e tutte le reminiscenze sulla persona di Gesù di Nazareth e sui primi Cristiani, quali rinvenibili negli scritti di autori non cristiani dei primi due secoli dopo Cristo.

Svetonio amico di Plinio e forse suo compagno in Bitinia, ricoprì l’importante incarico di archivista (procurator a studiis), segretario (ab epistulis) e bibliotecario (a bibliothecis) dell’imperatore Adriano, fino all’anno 122, quando assieme al prefetto del pretorio Setticio Claro venne destituito ed
allontanato dalla corte imperiale. Nella sua opera Vita dei dodici Cesari, una raccolta di dodici biografie degli imperatori da Cesare a Domiziano scritta intorno al 120, ci lascia due accenni ai cristiani. Il primo si trova nella vita di Claudio:

“Espulse da Roma i Giudei che per istigazione di Cresto erano continua causa di disordine” (Vita Claudii XXIII, 4) [1]

Non ci si deve stupire del fatto che Svetonio scriva Chrestus in luogo di Christus; basti notare che le parole greche Chrestòs (buono, eccellente) e Christòs (unto, Messia) erano pronunciate allo stesso modo, e potevano essere facilmente confuse, specie da chi non fosse ben informato sui fatti [2] ; a riprova di ciò, vediamo che Svetonio parla di Giudei, ancora incapace come tanti suoi connazionali di avvertire le differenze tra quest’ultimi ed il cristianesimo nascente, che da essi ormai si differenziava e sempre più si allontanava. Per Svetonio, che probabilmente ricavò questa notizia dagli archivi imperiali cui aveva libero accesso, si tratta semplicemente di un provvedimento imperiale atto ad eliminare focolai di turbolenza, e non ancora di una reazione mirata al cristianesimo; è facile pensare che la predicazione del Cristo tra i Giudei romani da parte di altri Giudei, oppure la predicazione di Giudei verso i Pagani, abbia generato qualche reazione del genere di quelle narrate negli Atti degli Apostoli, che agli occhi dell’autorità romana poteva turbare l’ordine pubblico.

La notizia di Svetonio concorda perfettamente con quanto è riportato negli Atti degli Apostoli riguardo all’arrivo di Paolo a Corinto:

“Dopo di ciò, partito da Atene [Paolo] andò a Corinto. E trovato un giudeo di nome Aquila, pontico di nascita, da poco giunto dall’Italia, e la moglie sua Priscilla, per il fatto che Claudio aveva ordinato che tutti i Giudei partissero da Roma, andò da loro” (Act. XVIII, 1-2) [3]

Secondo lo storico Paolo Orosio, che riprende la notizia di Svetonio e cita anche Giuseppe Flavio, tale espulsione avvenne nel nono anno dell’impero di Claudio, ovvero tra il gennaio del 49 e il gennaio del 50 d.C.; poiché Paolo probabilmente arrivò a Corinto nel dicembre del 49, il tutto coinciderebbe. Qualche storico ha messo invece in relazione la notizia con un provvedimento preso dall’imperatore nel 41 e narrato da Cassio Dione. Ma tale provvedimento non è una espulsione di Giudei, ma solo un divieto di riunirsi, in quanto ritenuto troppo numerosi. Si può pensare che un secondo provvedimento, più radicale, abbia seguito quello del 41 [4].

Il secondo accenno ai Cristiani, Svetonio lo colloca nella vita di Nerone; esso in poche parole ci riassume quanto già narrato più diffusamente da Tacito, con il quale condivide anche le consuete accuse di superstitio nova ac malefica:

“Sottopose a supplizi i Cristiani, una razza di uomini di una superstizione nuova e malefica” (Vita Neronis XVI, 2) [5].

Questo articolo non è opera mia ma è tratto da questo sito. Non sono uno storico professionista, in quanto oltre che apologeta cristiano sono divulgatore scientifico delle scoperte storiche fatte dal mondo accademico che sono ancora poco conosciute al grande pubblico dei nostri contemporanei N.d.R.

NOTE AL TESTO

[1] Iudaeos impulsore Chresto assidue tumultuantes Roma expulit. Ed. H. Ailloud, Paris, 1931.

[2] Ci sono molti esempi nei manoscritti della confusione tra i due termini, sia in greco che in latino. Lo stesso vale per alcune iscrizioni asiatiche e siciliane: Corpus Incriptionum Graecarum II, add. 2883d; 3857g.p., e Inscriptiones Graecae XIV 78.154.191.196.

[3] Met¦ taàta cwrisqeˆj ™k tîn 'Aqhnîn Ãlqen e„j KÒrinqon. Kaˆ eØrèn tina 'Iouda‹on ÑnÒmati 'AkÚlan, PontikÕn tù gšnei, prosf£twj ™lhluqÒta ¢pÕ tÁj 'Ital…aj kaˆ Pr…skillan guna‹ka aÙtoà di¦ tÕ diatetacšnai KlaÚdion cwr…zesqai p£ntaj toÝj 'Iouda…ouj ¢pÕ tÁj `Rèmhj, prosÁlqen aÙto‹j.

[4] Paolo Orosio scrive: "Anno eiusdem nono expulsos per Claudium Urbe Iudaeos Iosephus refert; sed me magis Svetonius movet qui ait hoc modo: “Claudius Iudaeos inpulsore Christo adsidue tumultuantes Roma expulit”; Historiarum adversos paganos libri septem, VII, 6, 15, ed. Arnaud-Lindet, Paris, 1991. Invece Cassio Dione, Historiae Romanae, 60,6,6, scrive: “I Giudei non li scacciò... ma comandò loro di non riunirsi, pur continuando a vivere secondo il proprio costume tradizionale” (ToÚj te 'Iouda…ouj [...] oÙk ™x»lase mšn, tù d d¾ patr…J b…J crwmšnouj ™kšleuse m¾ sunaqro…zesqai. Ed. ed. U. P. Boissevain, Cassii Dionis Cocceiani Historiarum Romanarum quae supersunt, Berolini, 1955-19692).

[5] Afflicti supliciis Christiani, genus hominum superstitionis novae ac maleficae.

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