martedì 3 luglio 2018

La chiesa non è un locale, la chiesa sei tu



Tu sei la chiesa di Cristo qui in terra. Questo è quello che sei, ventiquattr’ore ore al giorno sette giorni su sette! Se incontri qualcuno di un'altra chiesa devi poter condividere Cristo con lei perché siete parte dello stesso corpo/chiesa. Quando vi ritrovate insieme voi siete la chiesa e potete quindi condividere Cristo ed essere una benedizione e incoraggiamento l’uno per l'altro. Questo è come dovrebbe essere, ma purtroppo non è sempre così. Al giorno d'oggi molti ritengono che non si debba “toccare le pecore l’uno dell’altro”. Credo sinceramente nell’unità, ma in un’unità che si basa su Gesù Cristo, non su un sistema di chiesa o una struttura. Non esisteva alcun senso di appartenenza nemmeno nelle prime assemblee. Quando uno si pentiva e veniva battezzato, era battezzato nel corpo di Cristo. Apparteneva a Cristo e non a una particolare chiesa o ministero. Per loro era dunque semplice incontrarsi con altri che appartenevano a Cristo. Non diventavi membro di nessun gruppo in particolare e quindi non entravi a far parte della visione personale di nessun essere umano. Di conseguenza, quando i credenti si riunivano non esisteva alcun senso di diffidenza o di competizione. Le prime comunità consistevano in tanti piccoli gruppi indipendenti legati gli uni agli altri semplicemente dall’amore. Non c'era nessuna denominazione di chiesa, concorrenza o forma di controllo. Queste comunità potevano essere piccole, composte da 2-3 persone, oppure grandi con 20-30 persone. Spesso c’erano scambi tra loro, nuove persone arrivavano e nuovi gruppi venivano avviati o si dividevano. Erano spesso insieme ed erano come piccole famiglie che crescevano. Non si trattava di appartenenza, di dove si incontrassero o di quanti fossero. Si trattava di incontrarsi e condividere Cristo così che tutti potessero dare il loro contributo al gruppo. Spesso mangiavano insieme e la cena del Signore era una parte normale di quella festa di amore. "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro." (Matteo 18:20) Dato che si incontravano in piccoli gruppi era naturale che si sentissero come una famiglia, incontrandosi ogni giorno e condividendo la vita comune. In questi miei 17 anni vissuti da cristiano sono stato in varie chiese, ma devo dire che solo negli ultimi anni sto vivendo veramente la chiesa come famiglia. Posso dire sinceramente di amare le persone con cui mi incontro. A tenerci uniti sono l'amore e Cristo, non un edificio o un’appartenenza. Vorrei tanto che anche altre persone potessero sperimentarlo.

(Citazione tratta dal libro di Torben Sondergaard, L'Ultima Riforma, pag.65). 

Il fatto che cito questo autore, non significa che aderisco totalmente al suo movimento su tutti i punti di fede. La mia posizione dottrinale è Riformata e Continuazionista. Tuttavia una dimensione di chiesa con strutture leggere e libere è un tesoro prezioso da riscoprire e soprattutto vivere. Il cristiano maturo sa apprezzare i contributi validi da qualunque fonte provengano, con il dovuto discernimento comandato da 1Ts 5,21. Diversamente, si cade in una mentalità settaria, ascoltando solo i membri del proprio gruppo e pensando orgogliosamente di non avere più nulla da imparare da nessuno.

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