martedì 13 agosto 2019

Il vero significato di Tito 1:16


Secondo la tradizionale interpretazione legalista, questo versetto significa che se il credente nato di nuovo non fa "buone opere", perde la salvezza oppure "dimostra di non essere mai stato salvato".

Tuttavia il fulcro del contesto qui non è quello della condotta morale dei credenti. Il motivo principale per cui Paolo riprende queste persone non è tanto che si stavano comportando in modo immorale, ma principalmente perché stavano diffondendo un falso insegnamento!

"Che ritenga fermamente l'INSEGNAMENTO secondo la fedele parola, per essere in grado di esortare nella SANA DOTTRINA e di convincere quelli che contraddicono. Vi sono infatti, specialmente fra coloro che provengono dalla circoncisione, molti insubordinati, ciarloni e seduttori, ai quali bisogna turare la bocca; questi sovvertono famiglie intere, INSEGNANDO COSE CHE NON DOVREBBERO, per amore di disonesto guadagno" (Tito 1:9-12).

Le opere abominevoli e di disubbidienza che dimostravano che queste persone non conoscevano Dio erano il falso messaggio di salvezza che presentavano.

Per costoro la salvezza non si riceveva per sola fede, ma era necessaria anche la circoncisione e l'astenersi dai "cibi impuri" della legge mosaica.

Tutti i vangeli che non sono "fede in Gesù più nulla", sono falsi vangeli. 

"Queste cose sono state scritte, affinché voi crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, CREDENDO ABBIATE VITA nel suo nome" (Giovanni 20:31)

"Credi nel Signore Gesù, e SARAI SALVATO" (Atti 16:31)

"Se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, SARAI SALVATO" (Romani 10:9)

Sia che si parli di "fede più circoncisione e astensione dai cibi impuri" (come nel caso dei legalisti giudaizzanti di allora) o di "fede più ubbidienza alla legge morale" (come nel caso dei legalisti pentecostali di oggi), si tratta sempre di un falso vangelo, di un falso messaggio di salvezza che non salva nessuno e produce sempre e solo condanna e paura.

In sostanza, gli abominevoli e i disubbidienti che non conoscono Dio che Paolo condanna, sono proprio i legalisti che insegnano una falsa salvezza che è condizionata dall'osservanza della legge morale!

Ovviamente, chi oggi è davvero nato di nuovo ed in passato è stato salvato per sola fede, ha il dovere oggi davanti a Dio di osservare la legge morale facendo buone opere: 

"Noi infatti siamo opera sua, CREATI IN CRISTO GESÙ per le buone opere che Dio ha precedentemente preparato, perché le COMPIAMO" (Efesini 2:10)

In questo si distingue la sana dottrina biblica dall'eresia dell'antinomismo, perché per gli antinomisti il credente salvato non ha il dovere di osservare la legge morale e può vivere nel libertinaggio senza subire castighi temporali da parte di Dio. Vediamo la definizione esatta di questa eresia:

"Antinomismo Termine creato da Lutero per designare polemicamente la dottrina di Johann Agricola (Eisleben 1494 - Berlino 1566) che dalla tesi della salvezza mediante la sola fede deduceva l’assoluta inutilità delle opere buone, quindi dei precetti del Decalogo. Il termine esprime tuttavia un fatto più antico, e cioè l’avversione di numerosi gruppi cristiani (gnostici e marcioniti nella Chiesa antica; varie sette medievali) contro non solo le prescrizioni rituali, ma l’intero Antico Testamento, sentito come mera costrizione e vincolo, in antitesi al Nuovo Testamento, cioè alla nuova economia della Grazia e della libertà".

Le opere buone invece sono un preciso dovere del salvato ed ha davanti a Dio il dovere di farle:

1. Per riconoscenza verso Dio della salvezza definitiva da lui ricevuta in dono.
2. Per evitare le conseguenze negative dei peccati.
3. Per ricevere benedizioni terrene come conseguenza dell'ubbidienza .
4. Per ricevere ricompense celesti alla seconda venuta di Cristo.

Per un ricercatore onesto, è chiara la differenza tra la dottrina biblica della Grazia gratuita e l'eresia dell'antinomismo.

Se qualcuno afferma che predicare la Grazia significa sdoganare il peccato, sta attirando una amara correzione sulla propria vita ed è saggio per lui smettere di mentire e dire chiaramente che chi predica la Grazia predica anche il dovere di compiere buone opere per i motivi elencati. Avviene sempre che i legalisti non criticano mai quello che dice chi predica la Grazia, ma quello che secondo loro viene sottinteso da chi predica la Grazia.

La religiosità dei legalisti produce soltanto rabbia e odio, la Grazia di Dio in cui abbiamo creduto noi, produce amore e buoni frutti.

Tutti coloro che predicano il vero Vangelo, vengono sempre accusati ingiustamente di "antinomismo". Questo termine deriva dalle parole "anti" che significa contro e da "nomia" che significa legge. Secondo questa eresia, il credente è libero di non osservare la legge morale e di darsi al libertinaggio.

Per gli accusatori, chi predica la grazia invita le persone a peccare. Non succede solo a chi predica oggi la Grazia, ma succedeva già agli apostoli.

"Che diremo dunque? Rimarremo forse nel peccato affinché la grazia abbondi?" (Romani 6:1)

"Che faremo dunque? Peccheremo forse perché non siamo sotto la legge ma sotto la grazia? No di certo!" (Romani 6:15).

I legalisti invece, non vengono mai accusato di antinomismo, per due motivi.

Il primo è che il loro messaggio non è basato sulla Grazia, ma sulla necessità di ubbidire alla legge morale, per cui presentando una falsa salvezza non suscitano mai a chi ascolta le reazioni che suscita la vera salvezza.

Il secondo motivo per cui non vengono accusati, è che sono loro stessi quelli che accusano, dato che il loro ministero è quello dell'accusa, come il loro padre che è il diavolo.

"È stato gettato giù l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte" (Apocalisse 12:9)

"Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri (tra cui il ministero dell'accusa) del padre vostro" (Giovanni 8:44)

Ricapitolando:

1. SANA DOTTRINA
Il credente nato di nuovo è salvato in modo irreversibile e ha il dovere di fare buone opere per amore e riconoscenza verso Dio, evitare conseguenze negative dei suoi peccati, ricevere benedizioni terrene e ricompense celesti nel regno futuro.

2. ANTINOMISMO 
Il credente nato di nuovo è salvato in modo irreversibile e può vivere nel peccato senza conseguenze ed esorta attivamente le persone a vivere nel modo più dissoluto possibile facendo il male, ha il diritto di peccare.

3. LEGALISMO
Il credente nato di nuovo è salvato in modo reversibile e deve fare continuamente buone opere per ottenere la salvezza, oppure conservarla quando la ha ricevuta in dono, oppure per dimostrare di essere davvero stato salvato. Il legalista ripete continuamente mentendo che credere in 1 (SANA DOTTRINA) significa credere in 2 (ANTINOMISMO) e non smette di farlo neppure dopo avere letto questa chiarificazione e si ostina a mentire ancora di più pur di non ammettere che sta seguendo un falso vangelo basato sulle opere.

1 commento:

  1. Desidero sottolineare che l'uomo naturale non è in grado di compiere opere buone. Questo vale anche per il credente con l'eccezione che in lui opera lo Spirito Santo che lo mette in grado di compiere le opere che Dio ha ordinato.

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