mercoledì 28 agosto 2019

Che cos'è il Ravvedimento di cui parla la Bibbia?



Non si tratta come si intende comunemente nelle dottrine religiose di "contristarsi e pentirsi dalle proprie opere cattive", non è chiedere perdono ad un dio spietato ed esigente per avere fatto delle azioni contrarie alle sue rigide direttive. 

Il vero ravvedimento biblico consiste nel "cambiare mentalità", "cambiare impostazione di vita", consiste nello smettere di confidare nelle proprie opere buone e decidere di confidare in Cristo soltanto e nella sua opera per la nostra salvezza. 

Dopo avere ricevuto la vita eterna quale dono stabile, il credente si allinea sempre di più a Gesù in ogni aspetto dell'esistenza. Il cristiano che si ravvede continuamente è chi ha lo Spirito Santo dimorante nel proprio cuore e si conforma ogni giorno di più a Gesù Cristo, non per un esercizio religioso, non per paura di punizioni, ma per riconoscenza del dono ricevuto. Ovviamente sentirà anche dispiacere per il male fatto in passato, ma questo è l'effetto della santificazione, non la causa!
Ravvedimento in greco "metanoia" letteralmente, è una parola che significa "cambiamento di mente". Nel Nuovo Testamento, la parola metanoia è spesso tradotta come "pentimento". Ma questo tipo di cambiamento non riguarda il rimpianto, la colpa o la vergogna; implica prendere una decisione di voltare pagina, di affrontare una nuova direzione di vita.

Vediamo alcune definizioni autorevoli del termine:

Metànoia s. f. [traslitt. del gr. μετάνοια, der. di μετανοέω «cambiar parere», comp. di μετα- «meta-» e νοέω «intendere, pensare»]. – 1. Profondo mutamento nel modo di pensare, di sentire, di giudicare le cose. Nel Nuovo Testamento, il termine indica il totale capovolgimento che si deve operare in chi aderisce al messaggio di Cristo nel modo di considerare i valori etici, culturali, politici e sociali correnti (e le beatitudini evangeliche sono l’espressione della metanoia cristiana).

Metanoia /me'tanoja/ s. f. [dal gr. metánoia, der. di metanoéō "cambiare parere"]. - (teol.) [profondo mutamento nel modo di pensare, di sentire e, in partic., nel Nuovo Testamento, l'adesione a Cristo e al Vangelo] ≈ conversione.

Metanoia [me-tà-no-ia] s.f. (pl. -noie) 3 TEOL Nella dottrina cristiana, capovolgimento radicale della valutazione dei valori mondani in seguito a conversione o pentimento.

Rifiutare una definizione ampiamente documentata, sulla base di una tradizione religiosa impartita nell'infanzia, retaggio del cattolicesimo medievale, è segno di poca serietà nelle cose spirituali.

Non è la volontà dell'uomo, ma lo Spirito di Dio che dona il ravvedimento o per meglio dire è lui a conformare il credente sempre di più a Cristo. Se non senti una forza potente dentro di te che ti spinge ad imitare Cristo, e che "preme" in te persino quando non ne vuoi più sapere della fede, significa che non sei ancora stato salvato.

Molte volte sono stato sul punto di lasciare la fede, ma ogni volta ho sempre sentito un forte impulso interno a confidare con piena fiducia nella verità della Parola di Dio, persino quando avevo deciso arbitrariamente di farne a meno. Il grano con il tempo manifesta frutti sempre migliori, la zizzania fa frutti sempre peggiori.

Il cristiano nato di nuovo non è uno che smette di peccare (legalismo), né uno che pecca abbondantemente perché troppo sicuro della salvezza ricevuta (antinomismo), è uno che pecca ancora ma che nel lungo termine peccherà sempre di meno (sana dottrina) perché è lo Spirito Santo che dimora nella sua nuova natura a perseverare in lui e che sottomette sempre di più la sua vecchia natura carnale!

"Il Signore è lo Spirito, e dov'è lo Spirito del Signore, vi è libertà. E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore" (2Corinzi 3:17-18)

"Il sentiero dei giusti è come la luce che spunta e va sempre più risplendendo, finché sia giorno pieno" (Proverbi 4:18)

"Gli uomini malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, ingannando gli altri ed essendo ingannati" (2Timoteo 3:13)

"Dio manderà loro efficacia di errore, perché credano alla menzogna, affinché siano giudicati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma si sono compiaciuti nella malvagità!" (2Tessalonicesi 2:11-12)

Coloro che insegnano che il credente ha "bisogno di sforzarsi nel santificarsi per conservare la salvezza", sono pedine inconsapevoli in mano ai demoni per distruggere il Vangelo della Grazia. Predicano un falso vangelo che non salva. Non c'è unzione né sulle loro parole né sulle loro azioni.

Sì, in verità è lo Spirito Santo che dimora nel credente e che lo conforma a Cristo, che lo santifica spesso anche in opposizione alla sua volontà arbitraria

Il credente in una fase di ribellione si alza per andare a peccare, ma viene fermato dal ricordo di un versetto biblico che gli compare nello Spirito e che lo porta a riprendere in mano la Scrittura ed a paragonarlo ad altri per preparare uno studio biblico che lascerà i fratelli a bocca aperta... e dopo averlo finito si ricorderà che voleva peccare, ma l'interesse per le cose di Dio è stato in lui così forte da fargli dimenticare il desiderio di peccato. 

"Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo" (1Timoteo 1:15)

"Mi diletto nella legge di Dio secondo l'uomo interiore, ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e che mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra" (Romani 7:22-23)

Certamente, finché il credente resta in questa terra, avrà sempre aree di disubbidienza, ma saranno sempre minori e saremo sempre più ubbidienti al Signore.

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